lunedì 13 settembre 2010

La Callarozza

Tutte le regioni hanno un nome per questo oggetto,indispensabile, per le famiglie che sono vissute
negli anni che si doveva fare fatica per vivere.
Mia madre mi disse"quando una ragazza arriva al tempo del matrimonio,c'è la nonna che gli spiega e consiglia le cose da fare e da avere",il tegame di terracotta,la padella e la "callarozza",perchè, se una madre ne avrà una, mai  gli moriranno i figli di fame.
Questa pentola veniva usata per bollire,si agganciava ad un apposito ferro nel camino,oppure per cotture lente,in questo caso veniva appoggiato su un treppiede,in questo modo poteva essere tenuto caldo ma non bollente.
Sul treppiede,la mamma metteva la callarozza con dell'acqua,poi girando nella campagna raccoglieva tutte le verdure che per tramando famigliare conosceva,le buttava nella C,metteva ,patate,zucchine o pezzi di zucca,ramolacci,lattuga,cicoria di qualsiasi tipo,tutti i germogli teneri,funghi,cotenne di maiale.
Quando era cotto(ci metteva anche 4 ore)si versava la zuppa sul pane,la fame spariva.
La ricetta per la Caccavella che mi dava più piacere era semplicissima,erano Patata Lesse.
Procedimento= si prendevano le patate quelle poco grandi,si lavavano e si mettevano nella callarozza con l'acqua fredda,si appoggiava sul treppiede e con poca brace,sempre tenuta viva ma senza fiamma,dovevano cuocere con il calore tenue  non con la bollitura.
La cottura iniziava verso le dieci del mattino,erano pronte per cinque del pomeriggio,noi ragazzini prendevamo una patata per volta,doveva essere sempre calda, appoggiavamo la patata sul piatto,si toglieva la pelle,si rompeva con le mani e condita con olio sale un paio di foglioline di mentuccia e a chi piaceva una goccia di aceto.
Quelle che avanzavano erano destinate al maiale,ne restavano sempre poche,povero maiale.




 Caccavella amore mio del blog Ammodomio


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